L’anno scolastico è terminato giovedì e -anche se non vado più a scuola da tanto tempo- mi capita di frequentarne i rituali.
Quest’anno non solo come mamma di una studentessa che va in vacanza ma anche come celebrante di una cerimonia di consegna di borse di studio di un progetto a cui tengo molto.
Dovrei dire di aver presentato un evento e tecnicamente è così, ma mi sono sentita più come parte di una celebrazione a cui hanno partecipato studenti, genitori, insegnanti, aziende e i collaboratori di Univa.
“Il latino ‘celebrare’ ha come primo significato quello di ‘frequentare, affollare’. La celebrazione scaturisce quindi dall’assembramento di persone – le quali, per evoluzione lineare del termine, finiscono per onorare ciò che le aggrega, per rendere solenne l’evento. Già questa è un’immagine meravigliosa, che ci racconta dei primi modi in cui si sono strutturate le umane liturgie.” [cit Unaparolaalgiorno.it]
Abbiamo bisogno di questi momenti in questi anni pesanti e intensi, abbiamo bisogno di fare applausi a chi ha saputo continuare a impegnarsi, abbiamo bisogno di gioire dei buoni risultati, abbiamo bisogno di ricordare che siamo una squadra e insieme possiamo funzionare bene e stare bene.
Celebrare un risultato frutto di mesi di impegno scolastico e organizzativo non significa però dimenticare tutto il lavoro di preparazione e di dietro alle quinte: è sempre la parte più impegnativa e quella che si vede meno, quindi grazie a tutte le persone che ci hanno permesso di concentrarci sui complimenti e sugli applausi ai ragazzi vincitori delle borse di studio.
E’ stato emozionante vedere tante persone insieme in un contesto istituzionale guardarsi in faccia e parlare di lavoro, di sport, di immaginazione, di fatica, di complessità, di senso, di amore per quello che si fa e che si è.
E’ stato davvero bello.
Quindi – credo per la centesima volta ma mi piacerebbe ripeterlo anche mille-complimenti ragazzi, avanti così!