Ce lo beviamo un caffè insieme? Ormai anche i contenitori mi mandano messaggi a tema… 😳

In questo periodo straordinario siamo immersi in un ovattamento di sospensione della nostra attività o al contrario lavoriamo a ritmi insostenibili: niente vie di mezzo nel 2020. 

Quando è cominciato quest’anno l’ho chiamato l’anno zero: un po’ per la cifra finale e un po’ per motivi personali che mi portano a nuovi inizi, professionali e personali. Certo non immaginavo che avrebbe dato il via a cambiamenti collettivi e trasformazioni sociali così intense! 

Eppure siamo qui a fare i conti con quello che manca, quello che c’è e le ipotesi di quello che ci sarà. 

Ci vengono un po’ le vertigini senza punti di riferimento: ci attacchiamo alle notizie come se fossero oracoli illuminanti ma –al momento- non c’è nessuno che ne sappia davvero qualcosa di definitivo.

E quindi che fare? 

Concretamente? 

Adesso? 

Magari prepararci al cambiamento che avverrà, partendo dall’unico punto di riferimento che ci resta in questo momento: noi stessi. 

Avete presente quella faccetta che vi guarda allo specchio ogni mattina? Ecco, partiamo da lì: è già qualcosa e forse è anche tanto.

Perché si:

☕️si può imparare a cambiare, 

☕️ci si può allenare a pensare generativo, 

☕️si può uscire dalla tentazione del controllo per entrare nella sperimentazione, 

☕️si possono disinnescare i circoli viziosi dei pensieri autosabotanti, 

☕️si possono costruire nuove abitudini rinforzanti.

Si , si può anche adesso: lo so perché vedo persone evolvere, anche in queste settimane di emergenza. Lo vedo nei passi avanti che fanno le persone in percorsi di crescita e fioritura individuale. 

E lo possiamo anche fare insieme, grazie alla tecnologia.

La settimana prossima partirà un progetto di gruppo a cui tengo molto per cambiare e per farlo bene, al nostro meglio, magari può aiutare a trovare risorse e strumenti in questo momento così complesso. ☕️