Ché l’estate viene.
Ma viene solo ai pazienti.
(Rainer Maria Rilke)
Quindi è arrivata l’estate anche quest’anno,
☀️nonostante le novità,
☀️nonostante le fatiche,
☀️nonostante i cambiamenti e le stanchezze di questo periodo.
Qualcuno in questo periodo proverà maggiore energia, qualche altro maggior stanchezza per il caldo che abbiamo intorno.
Un po’ dipende da come siamo noi, un po’ dall’ambiente in cui ci troviamo a passare questo periodo e un po’ dalla qualità di questa relazione: senza scomodare importanti studi scientifici sappiamo tutti che stare in montagna, al mare o in posti freschi aiuta.
Ovviamente non mi riferisco solo al nostro corpo eh, ma ormai lo ammette anche la scienza che il nostro cervello è “incorporato”(in inglese embodiment funziona molto meglio!): non è possibile pensare di funzionale al massimo delle nostre capacità mentali se il nostro fisico è provato dal caldo.
Siamo così profondamente interconnessi con il sistema di cui siamo parte da non rendercene quasi conto. E in estate la nostra connessione con l’ambiente aumenta, non c’è aria condizionata che possa distanziarci dal sole e dal caldo, la verità e che abbiamo ancora più bisogno di riconnetterci con la natura.
Quella esterna e quella interiore: si accende il fuoco del caldo fuori…chissà che possiamo accendere (o riaccendere) anche il nostro.
E tanto per avere una conferma linguistica l’etimologia della parola estate si riconduce alla radice sanscrita idh- o aidh- che esprime l’idea di ardere, infiammare, accendere. Radice che ritroviamo nel greco αἴθω (aitho) = ardere e poi, nel latino aestas = calore bruciante da aestus = calore.
Quindi?
Ricordiamoci come vogliamo scaldarci e portare calore, cosa vogliamo accendere dentro e fuori di noi. E magari ogni tanto prendiamoci pausa con il fresco dell’acqua, ci aiuterà ad armonizzarci e a stare bene.
☀️Dentro e fuori.
☀️Noi e gli altri.
☀️Singolo e sistema.