Uno dei privilegi di passare tanto tempo con i bambini è poterli guardare mentre giocano. Che siano figli vostri o no, piccoli o quasi ragazzi poco cambia: li avete guardati con attenzione in quei momenti di magia?


Quelli in cui entrano in un gioco e gli danno tutta l’attenzione di cui sono capaci e a volte anche di più. 


Concentrati e al tempo stesso divertiti da quello che stanno facendo.


Si mettono in gioco.

Seriamente.

Dimenticano di tutto quello che c’è intorno e  agiscono al loro meglio, senza bisogno di essere in competizione con qualcun altro ma solo per il gusto di giocare. Uno stato di grazia e un piacere personale  che a volte cambia con il tempo e a volte resta identico anche a distanza di anni per quelle sintonie che ci sono tra oggetti e esseri umani. Inspiegabile con la logica ma solo sperimentabile nell’esperienza diretta.


Ogni volta che vedo un bambino giocare davvero mi ricordo che:

  •  noi esseri umani abbiamo bisogno di giocare con la vita per essere davvero vivi. 
  •  non serve che gli altri capiscano o condividano il nostro personale gusto
  •  dobbiamo riconoscerlo, cercarlo, praticarlo, dargli valore noi

Perché quel nostro personalissimo modo di entrare nel gioco della vita è proprio quello che ci serve per rigenerarci, goderci il presente e costruirci un futuro più in linea con quello che siamo.


Giocare e metterci in gioco: da quanto non lo fate? Sicuri che serva meno di tutta la logica e la teoria in cui ci siamo rifugiati? Sapete e praticate quello che vi diverte (dal latino “de vertere”, volgere altrove lo sguardo)? 

Perché no?
😉