In questi ultimi mesi le organizzazioni con cui lavoro mi hanno chiesto diversi interventi sulla motivazione. Forse perché non sempre possiamo scegliere le persone con cui collaboriamo ogni giorno, non sempre siamo soddisfatti dei risultati che arrivano, non sempre osserviamo comportamenti che denotano motivazione, voglia di fare, efficacia.
Per me la motivazione degli esseri umani ha una sua modalità specifica di funzionamento e di sviluppo, un po’ come per i fiori: qualcuno ha bisogno di più stimoli, qualcun altro di più feedback, altri di responsabilità o libertà.
Peccato che nessuno si preoccupi di dircelo e dobbiamo scoprirlo da soli, facendo esperimenti e spesso errori.
E allora cosa possiamo fare?
Possiamo sempre diventare giardinieri di noi stessi, affrontando anche la sfida di un terreno esausto fino a farlo diventare lussureggiante o almeno fiorito. Quando abbiamo imparato a farlo con noi stessi possiamo persino aiutare gli altri, magari i nostri collaboratori a fiorire e a generare ricchezza per tutta l’organizzazione. Bello, vero?
Proverò a descrivere questo processo di crescita per come lo intendo io e come lo utilizzo nei miei interventi formativi e di coaching individuale.
Prima fase: STUDIAMO IL TERRENO