Vi siete mai fatti confezionare un abito su misura? Una camicia? Una giacca?
Se la risposta è positiva sapete bene che per ottenere l’effetto “mi calza a meraviglia” serve dedicare del tempo a farsi misurare dalla sarta: metro alla mano, in piedi in mezzo a una stanza, svestiti o quasi ci affidiamo a qualcuno che sa cosa ci serve, conosce il modello e sa cosa e dove misurare il nostro corpo.
Piacevole? Forse no, ma certo è utile per fare in modo che l’abito che indosseremo si adatti al nostro corpo e non il contrario, per essere sicuri e a nostro agio, per sentirci liberi di dimenticarci il vestito e vivere la nostra vita di tutti i giorni.
Certo oggi è raro potersi permettere di farsi confezionare tutti gli abiti su misura, ma in alcuni casi è necessario: per alcune conformazioni fisiche, per il modello, gli standard o per l’utilizzo che prevede specifiche particolari, non standardizzabili.
Ai giorni nostri farsi fare un abito su misura è un lusso, che non tutti possono permettersi.
Cosa c’entra l’abito sartoriale con la valutazione nelle organizzazioni?
Chi ha partecipato almeno una volta nella vita a un processo di “misurazione organizzativa” lo sa: durante i processi di valutazione delle prestazioni, del potenziale, di sviluppo o come lo vogliamo chiamare si prendono le misure.
Tante misure, quanto più sono state identificate con precisione le caratteristiche utili in ambito organizzativo, per lo sviluppo della persona e dell’azienda.