Cosa significa?
Provo a fare un elenco di azioni possibili, per me, oggi:
spengo computer,
mi sconnetto dal cellulare,
faccio cose manuali,
cammino nel bosco,
guardo un film,
leggo un libro,
parlo con amici,
cucino,
ascolto musica,
sto in silenzio,
rallento e mi fermo un po’.
È il passaggio da fare a essere, dalla prestazione alla presenza. A me fa bene e penso anche a tutti gli esseri umani: è un bisogno fisiologico cambiare ritmo e alternare ritmi diversi, è rigenerante e rivivificante.
Eppure so già che potrebbe essere difficile perché siamo immersi in un infinità di stimoli attivanti e non siamo allenati a scegliere.
In più possono partire tutti quei meccanismi che ci riportano al nostro fare abituale: la sensazione di avere tante cose da fare, la noia, la poca libertà di movimento di questa fase e anche la FOMO (Fear of missing out; letteralmente: “paura di essere tagliati fuori”).
Io, pur sapendo che la tentazione di fare sarà molto forte, ci provo lo stesso. E voi?