Quando devo progettare degli incontri di formazione io faccio così: chiudo il computer, recupero i libri sul tema, raccolgo i pennarelli colorati, prendo una risma di carta senza righe e quadretti…e mi siedo per terra.

Solo poi cerco di mettere ordine tra gli obiettivi formativi, i confronti con la committenza, le esigenze dei partecipanti, le metodologie migliori per il contesto in cui si svolgerà, i tempi oggettivi a disposizione e quello che ho più voglia di condividere con chi lavorerà con me.

Forse proprio per la posizione fisica a gambe incrociate per terra, il momento della progettazione mi ricorda tantissimo quando da bambina rovesciavo lo scatolone dei lego e avevo tutti i mattoncini a disposizione, vi ricordate?

Io ho memoria di un misto di eccitazione per le possibilità che avevo a disposizione e la curiosità di vedere cosa avrei costruito alla fine.

Gli strumenti sono un po’ cambiati ma la sensazione è rimasta la stessa: possibilità, scelta, curiosità, cura e processo di creazione.

Torno a giocare…ops, lavorare! 😉