Nello spazio della vacanza ci sono tanti più spazi vuoti di quelli che possiamo sperimentare nella vita quotidiana: ve li ricordate? Siamo più liberi da attività lavorative e dai ruoli professionali. Come riempirli (o non riempirli!) è una scelta personale. 

Ognuno sceglie per sé e ogni volta può essere una scelta diversa, a seconda del periodo e della fase della propria vita.

Quest’anno ho scelto di riposare: ho dedicato molto tempo a dormire, a fare passeggiate rilassanti, ho goduto delle bellezze che mi circondavano. 

Cosa ci guadagniamo da tutto questo riposo? Sono sempre piuttosto attiva ed evidentemente ne avevo molto bisogno: stare nel vuoto può essere molto interessante se non ci si fa spaventare dall’incertezza. E poi, esattamente come succede a uno smartphone, quando ci siamo ricaricati funzioniamo al meglio: cominciamo a riprendere davvero consapevolezza di quello che sentiamo con tutti i nostri sensi.  Una sensazione di piena leggerezza, bella. 

E non mi riferisco solo ai sensi legati alla percezione del mondo esterno ma anche (e soprattutto) alla consapevolezza del nostro mondo interno, del senso del nostro fare, del perché facciamo quello che facciamo e se tutto questo è in sintonia con quello che siamo.  

Lo so: non sono domande facili e leggere. Ci mettono in crisi, ci rendono instabili, irrequieti, scomodi. Ma solo pensando a questa profondità possiamo ritornare in noi**.

Credo ne valga la pena, e tu?

Settembre così può essere affrontato con una leggerezza diversa, perché ha senso quello che facciamo, perché siamo davvero in noi.

*Riprendersi i sensi – J.Kabat Zinn

** Siamo tutti completamente fuori di noi – di Karen Joy Fowle