Questa sono io una settimana fa: di nuovo in aula a fare formazione, di nuovo con le persone dal vivo, di nuovo sui temi di trasformazione e cambiamento che mi piacciono tanto.

Però –come si vede molto bene dal mio sguardo perplesso- non è davvero la stessa cosa di prima.

Io sono la stessa e faccio le cose che so fare, ma farlo con una maschera addosso (anche se completamente trasparente) non è davvero lo stesso e decisamente non è un cambiamento migliorativo.

Quindi?

I limiti che i sistemi e le situazioni ci impongono possono diventare un muro e farci dire “assolutamente no” oppure una possibilità di sperimentazione dinamica, tenendo conto che la ricetta magica non esiste e c’è sempre un prezzo da pagare quando si impara qualcosa di nuovo.

▶️ L’importante è che il gioco valga la candela e che io scelga.

▶️ A volte posso scegliere se fare una cosa ma a volte mi devo accontentare di scegliere come la dovrò fare, la cosa importante è che io mi permetta di essere padrone di me e delle mie azioni: io non ho scelto di indossare un ausilio sanitario in aula, ma io ho scelto quale indossare e come far fronte al suo utilizzo da parte mia e dei partecipanti.

▶️ Ci si adatta, si prova, si sbaglia, si impara. Si trova una quadratura del cerchio…forse imperfetta ma “sufficientemente buono” come diceva Winnicott, parlando dei genitori.

Dai feedback dei partecipanti al corso direi che stavolta la fatica e l’impegno hanno avuto un senso e soprattutto hanno portato un risultato significativo per tutti i presenti.

Dalla perfezione all’abbastanza: mi sembra già tanto!