Siamo ancora in un periodo di emergenza nato all’interno della modernità liquida, ci sono problemi nuovi ogni giorno e ce ne saranno ancora molti altri. Siamo nel bel mezzo di una crisi mondiale ma è bene ricordarci che per ogni situazione difficile si genera un’opportunità

Se siamo pronti a vederla possiamo trovare il modo di coglierla, magari a modo nostro.

Il nuovo richiede nuovo fare e nuovo essere: possiamo aspettare che il contesto ci indichi chiaramente cosa serve e quando, oppure possiamo iniziare a ipotizzare cosa ci servirà, a immaginarlo e poi ad allenarlo, in modo concreto e strategico. Accettando che la sperimentazione e la costruzione di prototipi cosa tempo, fatica, tentativi ed errori ma ci porta sempre più vicino a quello che funziona meglio per noi.

Questo è il mio lavoro da vent’anni con le persone e le organizzazioni: supportare il cambiamento sistemico o individuale, offrire strumenti e strategie efficaci, allenare pensiero, emozioni e comportamento in modo sartoriale e concreto. Il mio obiettivo è il fare bene ma anche –e soprattutto- stare bene in quello che facciamo, arrivando a fare quello che siamo al nostro interno.

Per questo cerco di rendere fruibili i tanti anni di pratica di formazione e trasformazione, con le persone e i sistemi. Non teoria ma concretezza e applicabilità alla propria vita: un approccio sartoriale su misura delle esigenze reali di quello che stiamo vivendo. 

I pensieri e le attività che propongo sono modelli da usare, modificare, sperimentare, mettere alla prova, fare propri attraverso il confronto dialettico: se non ci siamo ancora estinti come esseri umani è grazie alla nostra capacità di comunicare e di scambiarci osservazioni sul mondo. 

Nessuno si salva da solo, ormai lo abbiamo capito, vero?

Oggi non è più solo un desiderio personale ma una necessità sociale, abbiamo sempre più bisogno di integrare punti di vista diversi: cooperare non è più qualcosa che possiamo tenere relegato negli studi sulla teoria dei giochi*, nelle squadre sportive o nelle aule di formazione. Scambiarci competenze in modo fluido e semplice può farci scoprire tante opportunità che da soli non avremmo nemmeno immaginato. O magari avevamo intuito con una scintilla di intelligenza ma non avremmo saputo come farla diventare reale.  

Ho letto e leggo tanti libri, studio, ascolto, esploro, sono naturalmente curiosa e appassionata di psicologia e di tanti altri temi che fanno pare del nostro presente, eppure quello che ho imparato difficilmente arriva direttamente dalle pagine scritte o dalle parole ascoltate: la grande maestra rimane la pratica l’esperienza concreta, l’azione, la sperimentazione sul campo.

Ci sono tanti studi sull’apprendimento e sul funzionamento del nostro cervello che confermano questa osservazione di buon senso: per imparare cose nuove abbiamo bisogno di un po’ di teoria ma anche di tante ripetizioni e di azioni concrete svolte con il nostro corpo. 

E’ solo con l’azione che si manifestano gli scatti di crescita, quei salti da uno stato all’altro che ci portano a fare davvero qualcosa di nuovo o a trovare un modo nuovo di affrontare una situazione vecchia. Quello di cui abbiamo disperatamente bisogno ora. 

Non siamo solo testa come non siamo soli: siamo un sistema in un sistema.

E’ solo con l’azione che si manifestano gli scatti di crescita, quei salti da uno stato all’altro che ci portano a fare davvero qualcosa di nuovo o a trovare un modo nuovo di affrontare una situazione vecchia. Quello di cui abbiamo disperatamente bisogno ora. 

Io mi sento come l’acqua che scorre sotto il ghiaccio in questo periodo: non si vede ma scorre, non straborda ma c’è, continua a muoversi verso la sua meta pur con delle limitazioni esterne, prova a superarle e a modificarle, ha fiducia nel disgelo perché sa che tutto cambia, di continuo

*A proposito di teoria dei giochi https://www.ilpost.it/2015/05/25/teoria-dei-giochi/