E’ stato un agosto alla ricerca del conforto: montagna, passeggiate, nuotate, famiglia, amici, riposo, cene…e libri, tanti libri belli.
Mi sono messa in pausa, dal lavoro, dalle informazioni, dalla confusione e dal (troppo!) chiacchiericcio che in questo periodo sembra dover portare a un appiattimento generale tra pro/contro, bianco/nero, in una dinamica che a me ricorda tanto le partite di calcio con tifoserie opposte.
Trovo questa modalità poco sensata per come funziona la mia mente: mi serve l’approfondimento, la profondità, la discussione, la ricerca di eccezioni, il confronto dialettico che non può innescarsi quando l’interlocutore ricerca una semplificazione binaria.
Così ho praticato l’arte della quietazione e cercato nutrimento nelle parole ben scritte e da gustarmi con calma, da sottolineare e studiare, magari da riguardare più avanti, come delle foto ricordo.
Cosa ho letto? Ho cercato principalmente parole d’amore, nelle varie accezioni del termine.
Io ho la tendenza a considerare i libri come gli incontri con le persone, a volte hanno qualcosa da dirti a volte – pur essendo esseri interessantissimi- ti lasciano esattamente come ti hanno trovato. Per me i libri belli ti fanno trasformare, esattamente come le persone. E questi, per me, sono libri trasformativi.
Tre di Valerie Perrin
Lungo, lunghissimo e meno accattivante degli altri della stessa autrice, ma dopo la seconda metà mi ha preso e mi ha portato per mano fino alla sua conclusione: alla fine mi sembrava di conoscerli davvero i tre del titolo, con tutte le loro ambivalenze e complessità, ben descritte ma anche se un po’ troppo centellinate nel libro. Eh già, perché di solito gli esser umani sono fatti a strati e non sono mai lineari nei loro comportamenti, anzi c’è sempre qualcosa che stona o che sorprende. Credo sia proprio lì il loro bello: riuscire a tenere insieme tutti i pezzi (di noi e degli altri) come in un puzzle complicato ma meraviglioso.
Questo libro mi ha fatto davvero compagnia in tanti pomeriggi con riflessioni sull’amore di sé, quello rivolto agli altri, quello che va invece agli amici, ai figli, alla musica e agli animali abbandonati.
E’ stato come una chiacchierata sul treno durante un lungo viaggio: non ricordo le parole specifiche ma il clima si e credo mi accompagnerà a lungo sia per le descrizione dell’amicizia tra i protagonisti, le cose non dette ma vissute.
Le vite nascoste dei colori di Laura Imai Messina
Mi piace molto come scrive questa autrice ma in questo libro mi ha davvero stupito: leggo velocemente da quando sono bambina ma mi sono rallentata per gustarmi al massimo ogni pagina.
La storia, i colpi di scena, la descrizione poetica del Giappone, la poesia in prosa: mi è piaciuto tutto e ho sottolineato molto.
Incredibilmente ho letto anche le note e i ringraziamenti, ho trovato una riflessione che mi farà compagnia a lungo: “L’amore non è mai qualcosa che ci si merita. L’ho capito da poco, ma con la sensazione definitiva delle cose che fondano una persona.” E’ uno di quei libri che mi fa ringraziare l’autrice, una delle cose che più apprezzo della frequentazione dei social!
Flow di di Mihály Csíkszentmihályi
Un testo sacro che mi accompagna dall’inizio dell’estate: pensavo fosse un libro di ricerche e teorie della psicologia positiva ma in realtà ho trovato (e conservo nella memoria) soprattutto le storie delle persone che sono state intervistate. L’autore ha una vera passione per la scienza, un amore a cui siamo sempre più disabituati, un mettersi in discussione continuo e instabile che però poi porta a distillare conoscenze nuove e inattese.
Ci sono tante, tantissime storie di persone che sanno entrare e stare nel flow, in quello stato di concentrazione assoluta che fa svolgere le attività e al tempo stesso ricaricare le pile dell’entusiasmo.
Di cosa tratta? Di esperienza ottimale, padronanza, flow, felicità, gestione della frustrazione, costruzione del piacere, controllo della coscienza, aumento consapevole della complessità, benessere interiore applicato in tutti i campi della vita.
E si, ovviamente affronta anche temi intensi: “Come tenere vivo l’amore? La risposta è la stessa che per tutte le altre attività. Per dare benessere interiore un rapporto deve diventare più complesso.”
In estrema sintesi: togliamoci dalla testa le cose facili, serve più complessità non meno, serve cercarla e attivarla, serve scegliere la nostra fatica.
Il mandala femminile di Tsultrim Allione
Che i mandala mi piacciano è ormai una sicurezza per le persone che lavorano con me, ma anche per quelle che passano il loro tempo libero con me! Li ho scoperti una decina di anni fa, li utilizzo e li faccio usare alle persone per centrarsi e per integrare quello che sentono: nella mia esperienza è sufficiente un foglio, un po’ di tempo e dei pastelli. Una magia di concentrazione alla portata di tutti, bambini inclusi.
So che ci sono tanti altri modi (bellissimi) per lavorare sui mandale da Jung alle costruzioni in sabbia colorata dei lama ma non conoscevo queste tecniche dell’antica psicologia buddista tibetana.
Questo libro è un viaggio di scoperta nel mandala femminile secondo la psicologia buddista e il percorso che l’autrice ha fatto in una vita molto avventurosa e dolorosa, un metodo per integrare e cercare la collaborazione di cui abbiamo bisogno tra il maschile e il femminile, andando finalmente oltre le etichette.
Ho trovato davvero molto interessante il metodo del “sentiero della trasformazione: si dice simbolicamente che il pavone mangia il veleno, e questo si trasforma nelle sue belle piume, con tutti quei colori meravigliosi, quella straordinaria brillantezza. Lungo il sentiero, i veleni vengono usati e trasformati.” E non parla solo di amore per noi stessi ma anche per la materia in cui siamo immersi: in effetti dal latino mater indica l’origine, la fonte, la madre, la madre terra, quel qualcosa da cui proveniamo e a cui siamo diretti.
Mi sembra che in questo momento sia necessario imparare a trasformare le esperienze e lavorarle per cambiare al nostro meglio possibile, per noi e per la terra che ci ospita.
Ah, ricordo il significato etimologico di questa parola:
con-fòr-to*
SIGNIFICATO Sostegno, consolazione
ETIMOLOGIA dal latino: confortare, rendere forte, composto di con- e fortis forte.
E voi cosa avete letto per rendervi forti?