Dal latino delicatus, derivato di deliciae ‘delizia’ • seconda metà sec. XIII
Ah l’etimologia delle parole che usiamo tutti i giorni, che magia potente!
Non so se è il periodo delicato che stiamo vivendo tutti da ormai un anno o se è semplicemente una faccenda personale, ma sento di avere maggior desiderio di delicatezza.
No, non è successo nulla di particolare, nessun problema e nessuna indelicatezza vissuta o subita da altri.
No, per quanto mi riguarda è un desiderio prima che un bisogno.
Forse perché continuo a fare le stesse cose di prima ma si è completamente trasformata (stravolta, dovrei dire!) la modalità di farle, mi scopro a essere più attenta alle sensazioni che raccolgo mentre sperimento la realtà.
Sono attenta a quello che ascolto e che guardo, ai vestiti che indosso, agli sguardi, ai movimenti del corpo, alla presenza o all’assenza, ai detti e ai non detti, alle parole e a come vengono usate.
Continuo a pensare che i risultati siano importanti, ma comincio a dare molta importanza anche a *come* il processo si manifesta, che è importante quanto l’effetto finale.
Un po’ come godersi il panorama mentre si raggiunge la meta.
Mi viene da dire che fatto è meglio che perfetto, ma fatto con delicatezza è una delizia.
