Il 29 di febbraio è una data che mi ispira simpatia, da sempre: come tutto quello che è raro e straordinario diventa immediatamente più prezioso. Una giornata extra che arriva ogni quattro anni e che mi fa pensare immediatamente a quante cose sono cambiate in questo spazio di tempo e a quanto sono cambiata io. 

Per quanto mi riguarda tanto, tantissimo.

Probabilmente per tutti.

Immersi come siamo nel nostro quotidiano e nei nostri impegni forse non ce ne rendiamo conto ma -in quanto esseri viventi- ci trasformiamo impercettibilmente ogni giorno. Forse ci perdiamo la quantità e la quantità di questi movimenti, ma guardare a ritroso quello che è successo può essere un bel modo per diventare consapevoli della realtà, in un periodo di tempo sufficientemente lungo per consentire cambiamenti significativi.

Se riuscite a interrompere il giudice interiore che non è mai soddisfatto ma vi limitate a osservare quello che è accaduto potreste avere qualche sorpresa. 

Un po’ come riprendere il volo di uno stormo e riguardarlo, per cercare capire quali traiettorie ha seguito e ipotizzare magari dove sta andando.

Visto che siamo esseri umani non servono fotocamere ma funziona di più le domande e il recupero della memoria.

4 anni fa: 

🌟 cosa stavate facendo?

🌟 con chi?

🌟 che posti frequentavate?

🌟 con che emozioni?

🌟 che progetti avevate?

🌟 cosa vi piaceva mangiare? 

🌟 che libri leggevate?

🌟 come stavate?

🌟 quanto vi siete trasformati? 

Poi certo potete anche chiedervi se vi piace quello che avete visto ma -per favore- non fatelo con gli occhi della prestazione o dell’ego o del giudizio, serve davvero a poco. 

Provate piuttosto a chiedervi se quello che avete vissuto vi ha portato nella direzione di “diventare quello che siete”, alla fine è la cosa più importante.