#CONSERVEDIRICORDI

I meccanismi psicologici che ci hanno permesso di non estinguerci sul pianeta Terra ci portano a dare più attenzione a tutto quello che non funziona, ai problemi, alle criticità, a quello che ancora non abbiamo. Siamo ben consapevoli di come stiamo quando stiamo male perché ci mettono in uno stato di pericolo, di allerta, di attivazione di meccanismi di difesa.

Per quanto questo possa essere funzionale alla sopravvivenza purtroppo temo che non ci aiuti a goderci appieno quanto viviamo di bello e buono, né tanto meno ci aiuta a mantenere nella nostra memoria tutto quello che va bene e che funziona al meglio. 

Invece forse dovremmo stamparcelo bene in memoria, anche per capire cosa ci fa stare bene e con chi siamo quando stiamo bene. Perché se capiamo possiamo replicarlo tutte le volte che è in nostro potere. 

Se pensate che stia esagerando provate a pensare per quante cose potete dire grazie oggi. 

Grazie sul serio, grazie dal cuore. 

All’inizio forse farete fatica perché siamo portati a dare per scontato quello che fa parte del nostro quotidiano, eppure –diciamocelo- noi siamo quelli fortunati, dalla parte giusta del mondo, neanche per merito ma per casualità: abbiamo cibo, acqua, risorse, casa, amici, possibilità, affetti, amori, idee, informazioni. Non è poco ma è certamente scontato se lo hai da sempre, automaticamente smetti di vederlo e di valorizzarlo. 

Questo esercizio (che viene usato dalla mindfulness e anche per la terapia della depressione dal grande Seligman) lo utilizzo spesso nei corsi sulla positività in azienda: solo diventando consapevoli di quello che c’è possiamo dargli il valore giusto, senza consapevolezza sono umanamente portato a vedere quello che non ho. 

E’ un esercizio difficile ma potente: forse se impariamo a indirizzare la nostra consapevolezza e non a lasciarla girovagare alla ricerca di stimoli già a disposizione possiamo goderci di più il bello e il bene che c’è.

E tu? Lo sai quando stai bene? Lo sai il perché? Sai con chi sei? Sai cosa fai? Sai quando sorridi spensierato? 

* dal titolo del libro di Kurt Vonnegut.Segnala